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OGGETTI DEL TATUATORE

Ultimo Aggiornamento: 30/06/2007 20:51
30/06/2007 20:51
 
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TUTTO QUELLO CHE E' INERENTE A QUESTA SEZIONE DEI TATUAGGI E' DOVUTO AL MIO MENTORE TURALISJ CHE HA REALIZZATO TUTTI I DISEGNI CHE FANNO PARTE DELLA VETRINA. GLI OGGETTI MI SONO STATI PERSONALMENTE DONATI DA LUI.UN GRAZIE DAL PROFONDO DEL CUORE AD UN GRANDE E SINCERO AMICO.



il tatuatore ha con se degli oggetti per tatuare

N° 8 cannucce di bamboo di varie misure per incidere la pelle



n° 6 ossi accuminati e per intingere nel materiale colorato per imprimere i tatoo

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Il colore verrà dato da un miscuglio che il tatuatore preparerà prima di effettuare tatuaggi composto da materiale naturale usando bacche colorate e radici di robbia e guano e leggermente irritanti per il tatuato, carboncino usato per il disegno iniziale e anche per modificare le tonalità di colore da più chiaro a scuro.


varie bende e garze . grasso animale , foglie di menta , foglie di salvia , e varie erbe ( aloe, altea ) per medicamenti che verrano posti dopo il tatoo; precisazione dovuta sia per il tatuato sia per i master che dovranno semmai approvare e sottrarre punteggi salute:
I tatuaggi sono incisioni sottopelle che non vanno oltre qualche millimetro ( meno di 4mm ..un quinto di pollice se vogliamo esser pignoli all'ON), il dolore è quindi causato dal taglio ma non ci sono rivoli di sangue a fiotti; preciso altresì che sarà il master e solo il master a valutare semmai se sia necessario l'intervento di un druido in base a eventuali mancanze non descritte in ON, ma comunque viene fatto presente al tatuato in On e viene richiesto in sede di approvazione dal tatuatore stesso. Si parla di medicamenti basilari su ferite comunque superficiali e si seguono tutte procedure di disinfezione degli strumenti e delle garze e bende e qualunque ripeto qualunque oggetto che possa entrare in contatto con questi oggetti. Gli unguenti sono a base delle erbe soprascritte e sono già preparati quando finiranno sarà mio preciso dovere fare richiesta presso sacerdotesse e/o druidi per aiuto.

-IMPORTANTE -I tempi di guarigione saranno valutati caso per caso inoltre la scarnificazione intesa come incisione della pelle non è un taglio da coltello, ma semplicemente un incisione sottopelle che non va oltre i 4 mm , pertanto i tatuati non subiscono ferite che impediscono movimenti di alcun genere. Si richiede solo che dopo il tatuaggio, nel periodo che può constare dai 7 giorni o più per la guarigione ,la parte tatuata non vada lavata e soprattutto con acqua salata e non vada esposta al sole.Il tatuatore non si assume responsabilità nel caso il pg non esegua e non rispetti le indicazioni date,ribandendo che pur se non invasiva è pur sempre una ferita che non adeguatamente curata può portare problemi, indi per cui sarà necessario rivolgersi al sanitarium. Pertanto non attenersi a queste semplici indicazioni esonera il tatuatore da ogni responsabilità.


Gli Inuit usan degli aghi d'osso per far passare attraverso la pelle un filo coperto di fuliggine (la china, che artigianalmente e impropriamente si adopera per lo scopo è in fin dei conti una sospensione acquosa di fuliggine).

Nelle zone oceaniche il tatuaggio viene eseguito tramite i denti di un pettine di osso che fermato all'estremità di una bacchetta, e battuto tramite un'altra bacchetta, forano la pelle introducendo il colore, ottenuto quest'ultimo dalla lavorazione della noce di cocco.

I giapponesi, con la tecnica detta "tebori", usano sottili aghi metallici e pigmenti di molti colori, ed introducono nella pelle sostanze di natura chimica diversa e di colore diverso. La tecnica giapponese prevede che gli aghi siano fatti entrare nella pelle obliquamente, con minor violenza, ma comunque in modo abbastanza doloroso.


Nell’antico Egitto donne, uomini e bambini si truccavano gli occhi di galena nera o malachite verde e la pelle era protetta con unguenti profumati; generalmente venivano indossate tuniche bianche ed i lunghi capelli di un bellissimo nero lucente erano raccolti in piccole trecce. Tutti questi gesti quotidiani dedicati alla bellezza erano necessari anche per proteggere la pelle dal sole, dalle alte temperature diurne e dalla sabbia fine del deserto portata dal vento. Da antichi papiri è stato scoperto che la malachite e la galena venivano applicati sulle palpebre anche per curare patologie oculari. La malachite verde del Sinai fu usata fino alla metà dell'Antico Regno, in seguito fu sostituita dalla galena nera di cui esistevano miniere sulle coste del Mar Rosso; alle finissime polveri di queste sostanze venivano aggiunti grassi animali, cera d'api o resine, che rendevano il prodotto in grado di essere spalmato e ne garantivano l’attività terapeutica.
Le donne si dipingevano le unghie, le palme delle mani ed i capelli con un unguento ocra-rossiccio estratto dalla pianta di ligustro, raramente si tingevano le labbra e le guance. Si pensa che oltre ad un fatto estetico e curativo il trucco venisse usato nelle cerimonie religiose con specifiche funzioni di connessione con le divinità.

La donna greca faceva il bagno in casa, aiutata dalle sue ancelle, si profumava con profumi esotici e prestava molta cura al trucco. In età ellenistica i cosmetici trovarono largo impiego per celare il colorito pallido delle donne che svolgevano una vita sedentaria e abbastanza reclusa. Esse ricorrevano alla “biacca” di colore bianco per coprire il volto, e al rosso del minio (ossido di piombo di colore arancione), dell'anchusa (pianta a fiori azzurro intenso) e del fuco, che applicavano sulle labbra e sulle guance con un pennello, mentre su ciglia e sopracciglia passavano un leggero strato di polvere nera di antimonio.

Le donne romane verso la fine del III sec. a.C. cominciarono a portare acconciature molto elaborate, che potevano raggiungere anche i 40-50 cm., costituiti da riccioli sovrapposti. Erano molto utilizzate le tinture, ed il colore preferito era il biondo-rosso. Le labbra venivano tinte di rosso utilizzando polvere di ocra, ed il volto e le braccia erano imbiancati con biacca oppure gesso, il contorno degli occhi veniva annerito con della fuliggine.
Utilizzavano molte creme a base di miele, di cera di api, di oli ed altri unguenti, che servivano anche dopo la depilazione.




[Modificato da @Ishtar@ 23/01/2010 16:28]
''Il passato non è,
ma se lo pinge la vana rimembranza,
Il futuro non è,
ma se lo finge la credula speranza,
Il presente sol è,
ma d'un baleno fugge dal nulla in seno
tal che la vita è appunto
una Memoria, una Speranza, un Punto"
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